Cerca

Tempo nel tempo

Articolo ageing 2

Tempo nel tempo

La natura “finita” della condizione umana

Vi è mai capitato, durante una bella vacanza al mare o in montagna, di pensare “mannaggia…è quasi finita!”. È un pensiero che spesso arriva una volta “fatto il giro di boa”, quando ci rendiamo conto che il tempo che rimane è sempre meno, mentre il tempo vissuto sempre di più. In quel momento cominciamo a vedere le cose in modo diverso… poco alla volta siamo spinti da qualcosa di più (o meglio di diverso) dal vedere, visitare, scoprire. Quello che diventa realmente importante è rilassarsi, “ricaricare le pile”, perché tra poco si torna a casa.

Questo cambio di prospettiva fa parte della natura finita della condizione umana. Tutto ciò che viviamo, proviamo, possediamo, ha un inizio e una fine, e ad un certo punto, quando quella fine si avvicina, le cose assumono una luce diversa.

Ebbene, questo è esattamente quello che succede con il passare dell’età, che altro non è che il metro con cui misuriamo la finitezza della nostra vita.

Laura Carstensen, importante studiosa americana di ageing, ha descritto ormai più di 30 anni fa, come cambia la nostra percezione del tempo con il passare dell’età, e come questo si porta dietro un diverso modo di selezionare e perseguire obiettivi anche lavorativi.

La Socioemotional Selectivity Theory (SES) ci racconta come persone più giovani tendono a perseguire obiettivi maggiormente knowledge-driven, orientati quindi a raccogliere esperienza che poi useranno per crescere e fare carriera nel tanto tempo che hanno davanti. Al contrario, all’aumentare dell’età la tendenza è quella di orientarsi sempre più verso obiettivi emotional-driven, che forniscono quindi un reward emotivo sfruttando quanto acquisito nel tempo passato.

Diventa chiaro che, a seconda di dove ci posizioniamo lungo il percorso di vita, ci ritroviamo motivati da cose diverse. A vent’anni tendiamo ad essere motivati da obiettivi knowledge-driven mentre a 60 da obiettivi emotional-driven. E allora, chi tra voi ha più esperienza forse starà esclamando “ma non è vero che io a vent’anni ero motivato dalle stesse cose dalle quali sono motivati i ventenni di oggi!”.

Attenzione, comprendere come cambia il nostro modo di percepire le cose con il passare del tempo (SES) è molto differente dal ripescare il “fantasma di noi ventenni” e paragonarlo ai ventenni di oggi. Sicuramente troveremo tante differenze!

Infatti, se da un lato la percezione del tempo, e di conseguenza le “priorità”, cambiano lungo l’arco di vita, ci sono cose che cambiano non con l’aumentare dell’età, ma a seconda del momento storico in cui siamo nati: i valori.

Al prossimo articolo!

Luca Fazi

Condividi su